Recensioni | Pubblicato il 6 dicembre 2012

Ummagma
Antigravity
Genere: Elettronica, Post-rock, Alternative
Anno: 2012
Casa Discografica: Autoproduzione
Servizio di: Nicola Orlandino
Antygravity è un titolo perfetto per descrivere gli Ummagma. La neutralizzazione di qualsiasi barriera stilistica a favore di una forte personalizzazione guidata da un’eterogeneità ben amalgamata e un’attenta cura delle sfumature.
Ummagma è un duo per metà canadese e per metà ucraino formato da Alexander Kretov (suona gli strumenti, canta, arrangia, compone) e Shauna Mclarnon (voce, composizioni e testi): l’incontro fra due culture che ha portato ad un’esplorazione ed una ricerca musicale che si è riversata nei due album di debutto Ummagma e Antigravity, che potete entrambi ascoltare sulla loro pagina bandcamp. http://ummagma.bandcamp.com/
Antigravity è una sorta di concept sulla vita con focus sul senso dello spazio e del tempo che accompagnano la nostra esistenza. Come potrete notare dall’ascolto, è difficoltoso inquadrarli in uno specifico campo musicale: l’eleganza dall’elettronica fra ambient e retaggi dream-pop e post-punk, le elaborate trame del post-rock, richiami alla scena anni ’80. Un suono diversificato ma fluido che crea un’atmosfera che fa emergere una sensibilità artistica di grande spessore.
Dall’iniziale “Lama” escono subito i lineamenti ambient della loro musica condito da un leggero rumorismo che si contrappongono alla celestiale voce di Shauna. Poi i ritmi crescono, così come le distorsioni di assonanza wave. “Micro Macro” tocca il minimalismo elettronico accompagnato da un arrangiamento dall’attitudine acustica e la voce sussurrata, quasi soffocata di Alexander.
“Back to You” rappresenta una delle vette del lavoro con un’atmosfera decadente, l’alternanza delle voci, il lento incrementare dell’acidità sonora e le graduali decelerazioni che mettono in risalto accordi di chitarra poco invadenti ma efficaci. In “Kiev”, la voce della Mclarnon è sopraffatta dall’arrangiamento caratterizzato da un forte strato oscuro e con un ampliamento dell’elemento elettronica. Distorsioni e rumorismo vanno a braccetto in “Live and Let Die” con la batteria che non da tregua ritmica.
“Colors” e “Photographer” ci riportano ad atmosfere più intime e fa risaltare il lato più acustico della loro musica, con la seconda citata che registra incursioni psichedeliche. I pezzi più minimalisti sono la loro forza e lo dimostra un pezzo suggestivo ed emozionante come “Beautiful Moment”. Dopo “Autumnmania” , pezzo strumentale dagli echi wave, c’è “Balkanofellini”che si fa strada fra arpeggi blues, elettronica subliminali e per l’appunto richiami alla musica balcanica. L’album si chiude i tribalismi di “Titry” il tetro dark-ambient di “1+1=3”, finale poco rassicurante e inquietante.
Siamo di fronte ad un esordio che fa emergere un talento di grande interesse e il cui sound, nei prossimi album, potrebbe prendere qualsiasi direzione con risultati che non lascerebbero indifferenti. Un suono ricamato e dettagliato in ogni suo minimo particolare dalla voce agli articolati e variegati arrangiamenti.
Voto: 7,3/10
Tracklist:
- 1 · Lama
- 2 · Micro Macro
- 3 · Back to you
- 4 · Kiev
- 5 · Live and Let Die
- 6 · Colors
- 7 · Photographer
- 8 · Beautifil Moment
- 9 · Autummania
- 10 · Balkanofellini
- 11 · Tatry
- 12 · 1+1=3