Recensioni | Pubblicato il 21 marzo 2015

Basements
Brucio spento
Genere: Rock
Anno: 2015
Casa Discografica: Alka Record Label
Servizio di: Max Sannella
Quattro tracciati incandescenti, quattro botte di vita interiore amplificate che sono l’ossatura unica ed irrepetibile del nuovo Ep, Brucio Spento, dei Basements, quartetto di Misano Adriatico che scarica – attraverso gli ampli – dosi massicce di introspezione e sfogo, una continua riflessione dentro - a modo suo poetica – che si fa fiamma di un incendio rock “indigeno” indomabile.
L’uomo, le sconfitte/vittorie, le necessità di vivere davvero e il buio di un esistenzialismo a grandi righe sono le coordinate lessicali di un piccolo diamantino grezzo, un Ep che non passa in punta di piedi, rimbomba e spacca anima/orecchio convincendo fino in fondo, fino ad invogliarli ad un riascolto multiplo istantaneo. Il quartetto vive veramente ovunque di questi tempi, li maneggia, impasta e li rivendica come una dissoluta volontà di esserne al centro, forse è disilluso dei contorni ma arde di armonica elettricità al punto che ascoltare la tracklist nella sua spessa sostanza è come un cortocircuito venoso che pulsa maledettamente, che scoppia nelle tempie con la propria energia vitale, urticante.
Ricca di buone promesse, la formazione marcia spedita e coesa, buone le trame e altrettanto le soluzioni distorte, anche le sfumature anni 90 a colorare le stupende ossessioni che incitano turbolenze d’animo (“Fuoco d’artifico”, “Istriona”), poi la visionarietà allungata Karma style di “Karmikal (Al di là del sole) e le sincopate svenature di “La fine di niente” fanno il resto, ovvero ti lasciano invischiato – definitivamente - tra goduria ed ecchimosi indelebili.
Non c’è nulla da fare, le forze “ibride” sono sempre le migliori.
Voto: 7/10
Tracklist:
- 1 · Fuoco d'artificio
- 2 · Istriona
- 3 · Karmikal (Al di là del sole)
- 4 · La fine di niente