Recensioni | Pubblicato il 13 aprile 2015

Sufjan Stevens
Carrie & Lowell
Genere: Songwriting
Anno: 2015
Casa Discografica: Ashtmatic Kitty Records
Servizio di: Max Sannella
Delicatissimo come una piuma, un inno sottovoce che parla d’amore e dolore, ricordi da non mettere sotto naftalina ma da conservare sempre al caldo per riviverli ogni istante. Settimo album per Sufjan Stevens, Carrie & Lowell, undici canzoni che dedica alla madre morta per droga e alcol e al suo secondo marito Lowell, un album che vive tra ieri e oggi, fantasie e realtà spesso dolorose, ma che l’artista vuole far passare come un “doveroso” tributo all’attaccamento di pelle, quell’indissolubile rapporto che nessun coltello potrà mai recidere.
Il cantautore di Detroit racconta con emozione ogni istante del passato, ballate in punta di piedi che tra amarognoli momenti e tenere soluzioni acustiche si fluidificano al loro passaggio come una liberazione intima, una dimensione rarefatta che rincorre sogni infranti (“Should have known better”, “All of me wants allo f you”, “Eugene”), e l’infanzia perduta (“Fourth of july”, “The only thing”), brani che più che addossare malinconia all’ascoltatore gli fanno compagnia, una mano sulla spalla che significa “insieme si può andare avanti”, e lo fa.
Senza dubbio un ricercare amore, quell’amore sempre negato per le vicissitudini familiari, l’amore che l’artista non ha mai potuto toccare, respirare, godere, e il disco ne amplifica la sete ma con una dolcezza portata al limite dell’anima (“John my beloved”, “Blue bucket of God”) che lascia un magone in gola che non va ne in su né in già.
Quando l’amore si nutre di spiritualità.
Voto: 8/10
Tracklist:
- 1 · Death with dignity
- 2 · Should have known better
- 3 · All of me wants all of you
- 4 · Drawn to the blood
- 5 · Eugene
- 6 · Fourth of july
- 7 · The only thing
- 8 · Carrie & Lowell
- 9 · John my beloved
- 10 · No shade in the shadow of the cross
- 11 · Blue bucket of God