Recensioni | Pubblicato il 20 aprile 2015

Courtney Barnett
Sometimes I sit and think, and sometimes I just sit
Genere: Pop-Rock
Anno: 2015
Casa Discografica: Marathon Artists Limited
Servizio di: Max Sannella
L’australiana Courtney Barnett è una di quelle ragazze tremende che non hanno paura di nulla, specie se hanno la possibilità – come lei – di sfogare tutto attraverso un microfono e tra i solchi di un disco come in questo Sometimes I sit and think, and sometimes I just sit, esordio ufficiale – dopo un sfilza di Ep autoprodotti – nel quale il suo pop-punk scavalca la prassi della timidezza in favore di un tiro sonoro diretto che strizza l’occhio sia al glammy di stampo Bolan (“Aqua profunda”), sia alle intemperanze bluastre di P.J.Harvey (“Pedestrian at best”) passando – se si vuole – anche per i distorsori ingarbugliati e indolenti dei Pixies (“An illustration of loneliness (Sleepless in New York))”.
Undici tracce in totale che sebbene siano costituite nella maggior parte da retrogusti country (ovvio a modo loro) non debbono trarre in inganno orecchie aspettative, tutto si srotola a “sorpresa” e con una qualità estetica molto bella, un attaccamento a certe sonorità rivoltate che fanno di questa tracklist una piccola magia inaspettata, una artista che dalla lontana Australia approda come a “svegliare” la noia europea di un rock asfittico e quasi a binario morto.
Il bluesy di “Small poppies” e la metrica oscura di “Kim’s caravan” fanno presagire un qualcosa che prima o poi spopolerà qui nel vecchio continente, per quanto riguarda il presente la Barnett non fa altro che amplificare una voglia matta di musica e parole condite col disincanto dei sogni.
Voto: 7/10
Tracklist:
- 1 · Elevator operator
- 2 · Pedestrian at best
- 3 · An illustration of loneliness (Sleeplees in New York)
- 4 · Small poppies
- 5 · Depreston
- 6 · Aqua profunda!
- 7 · Dead fox
- 8 · Nobody really cares if you don't go to the party
- 9 · Debbie downer
- 10 · Kim's caravan
- 11 · Boxing day blues