Recensioni | Pubblicato il 19 aprile 2013

Deerhunter
Monomania
Genere: Noise-Rock, Psichedelica, Garage-Rock
Anno: 2013
Casa Discografica: 4AD
Servizio di: Andrea Meli
A tre anni di distanza da Halcyon Digest, Bradford Cox e compagni tornano con Monomania, annunciatissimo sesto album firmato Deerhunter. Per quello che lo stesso Cox ha definito ‘a nocturnal garage record’, la band di Atlanta sembra lasciare momentaneamente i ritmi pacati e sognanti di Halcyon Digest (in cui si delineavano già ampi spunti per la realizzazione di Parallax in versione Atlas Sound) per dedicarsi, a più riprese, a sonorità noise rock e psichedeliche che vanno a ripescare direttamente le prime produzioni dei Deerhunter. Monomania stessa, ma soprattutto Leather Jacket II rappresentano dei validi esempi, coinvolgendo l’ascoltatore in un turbine di caos più che disorientante.
D’altra parte, l’inizio di Monomania è segnato – più classicamente – dalla folle Neon Junkyard, brano piacevolissimo caratterizzato dall’accavallarsi di voci e condotto su una melodia difficile da scordarsi. Già l’atmosfera ipnotica tipica delle sonorità dei Deerhunter sembra destinata, come sempre, a catturare totalmente l’attenzione, quando la già citata Leather Jacket II prende il sopravvento, scatenata e fuori di testa. Quest’ultima è tuttavia seguita dal brano più melodico di tutto Monomania, ovvero The Missing: una linea di chitarra semplice semplice disegna con una leggera malinconia i tratti di un brano riconciliatorio ed intimo. Si viaggia ancora nel garage rock, questa volta gentile e leggero, grazie all’accoppiata Pensacola – Dream Captain, la prima mostrando anche velature country, la seconda più viva ed esplicita.
L’insegnamento che però continuano a ripeterci Bradford Cox e compagnia, ogni volta, è che dobbiamo sempre aspettarci qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso che troverà il modo di stupirci. Puntuale si presenta allora Blue Agent, brano capace di catturarti in tre note e rilasciarti, ovviamente più confuso che mai, solo a fine brano. Probabilmente sarebbe una delle canoni migliori dell’album, se non fosse per il capolavoro di T.H.M.: tranquillità, un semplice arpeggio ed un’infinita intimità costruiscono passo dopo passo un ambiente familiare e rilassante, un rifugio che lascia qualsiasi problema all’esterno. Si sente, inevitabile, un misto di influenze Atlas Sound e Lotus Plaza che, mischiandosi, plasmano perfettamente sia T.H.M. che i due brani seguenti, Sleepwalking e Back To Middle. Ancora leggerezza, ancora sogno, per andare a ricercare nuovamente le atmosfere di Logos e Microcastle.
Passata la schizzata parentesi Monomania, l’album stesso volge verso la fine grazie al susseguirsi di Nitebike, traccia che sembra provenire direttamente da Parallax, ed infine di Punk (La Vie Antérieure), che invece riprende i tratti di ‘garage notturno’ che perfettamente si adattano al disorientamento cupo e finale con cui i Deerhunter decidono i abbandonarci. Non sono molte le band che, arrivate al sesto album, riescono ancora a creare, a stupire, ad inventare senza necessariamente autocitarsi. I Deerhunter ci riescono, come sempre senza dare l’impressione di sforzarsi minimamente, come se tutto si svolgesse in modo assolutamente naturale. Il risultato è quindi il surreale, intricato ed alienante groviglio di sentimenti e pensieri che nessuno ha voglia di sciogliere, mai.
Voto: 7,7/10
Tracklist:
- 1 · Neon Junkyard
- 2 · Leather Jacket II
- 3 · The Missing
- 4 · Pensacola
- 5 · Dream Captain
- 6 · Blue Agent
- 7 · T.H.M.
- 8 · Sleepwalking
- 9 · Back to the Middle
- 10 · Monomania
- 11 · Nitebike
- 12 · Punk (La Vie Antérieure)