Recensioni | Pubblicato il 8 luglio 2013

Il Lungo Addio
Disperate Abitudini
Genere: Songwriting, Dark-folk
Anno: 2013
Casa Discografica: Autoproduzione
Servizio di: Nicola Orlandino
Il Lungo Addio è l’altra “reincarnazione” di Fabrizio Testa, cantautore e musicista del quale vi abbiamo parlato in occasione dell’uscita di Mastice, una delle migliori uscite dell’anno in corso.
Si tratta del suo progetto più longevo e il debutto avviene nel 2010 con l’album Io non sarò qui. Prima di proseguire con il racconto del disco, non ci si può non soffermare sull’ispirazione del nome, in quanto lo stile di scrittura e il mood generale del disco riflettono molti tratti del capolavoro di Robert Altman: dalle atmosfere noir alle tematiche esistenziali e i racconti (proiettati in terra emiliana) sviluppati con un sottile ma efficace umorismo.
Strutturato essenzialmente su voce e basi acustiche, gioca un ruolo fondamentale l’aspetto vocale: e l’interpretazione è perfetta, “greve” e baritonale, suggestiva (l’ammaliante title-track “Disperate Abitudini”), dai connotati teatrali (il contrasto con i ritmi di “Io non sarò qui” ). Come potrete ascoltare nell’iniziale “Fumo“, l’arpeggio è minimale e le parole vibrano pesantemente, anche per l’importanza che viene data agli spazi strumentali, efficaci come il “rumore” del silenzio : la dissoluzione dei sogni (in “fumo”) contestualizzati nel momento il cui il giorno rinasce.
Ci si muove anche soluzioni ritmiche più sostenute che fanno da sfondo ai tratti poetici di “Spiaggia Libera“: ti porterò dove vorrai/in questa spiaggia libera sporchissima e cruda/ solo per noi è bellissima/agli altri fa paura, tra granchi morti a riva, siringhe e marocchini, ti abbraccerò amore..“. Ma dal punto di vista delle liriche e dell’interpretazione, il capolavoro è “Noia“: a tratti sussurrata e globalmente solenne. La conclusione è affidata a “Morire a Misano” (con l’arrangiamento più rarefatto e secco del disco), lo specchio della scrittura ironica del musicista milanese.
Quello di Fabrizio Testa, nei panni de Il Lungo Addio, è quel tipo di cantautorato visivo e a tratti astratto (più dal punto di vista dell’approccio, che per forma e contenuti): aspetti che donano veridicità e tridimensionalità alla narrativa. E questo dà autorevolezza ad ogni singola parola che con sagacia e ironia sviluppano (cosi’ come in Mastice) piccole sceneggiature (il quadro di “Domenica“, brano che meglio risalta questo aspetto) che ci introducono alle storie, ai temi in maniera vivida e non da semplici ascoltatori e spettatori. Frutto di una ispirazione e sensibilità artistica notevole, già dimostrata in maniera differente in Mastice.
Voto: 7,2/10
Tracklist:
- 1 · Fumo
- 2 · Io non sarò qui
- 3 · Domenica
- 4 · Spiaggia Libera
- 5 · La Noia
- 6 · Disperate Abitudini
- 7 · Morire a Misano