Recensioni | Pubblicato il 20 ottobre 2011

Dum Dum Girls
Only In Dreams
Genere: Rock
Anno: 2011
Casa Discografica: Sub pop
Servizio di: Andrea Meli
Ogni tanto dare uno sguardo alle spalle, senza avere la necessità o l’ambizione di innovare per forza, è più che salutare. Giusto per dissotterrare momentaneamente quegli aspetti fondanti, quel processo che è e che è stato alla base di ciò che poi si è necessariamente modificato (e forse evoluto) nel tempo. Insomma, piccole e fugaci immersioni in un passato ormai non più tanto prossimo.
Preannunciato, prima dell’estate, dall’EP He makes me feel high, il secondo lavoro delle Dum Dum Girls mette subito in chiaro una voglia spasmodica di ritorno alle sonorità anni ’60. Una valanga di chitarre e ritmi veloci fanno da padrone la prima parte dell’album, la quale mette in bella mostra un rock rispolverato direttamente dai vinili originali delle nostre soffitte, reinterpretato con minigonne e mascara estremo (date un’occhiata al video di Bedroom Eyes, tanto per farvi un’idea). E’ proprio questo brano, insieme alle varie Just a Creep, In my Head e Heartbeat che riportano direttamente in scarne sale da ballo molto sixties, intrise di accordi su accordi e ritornelli infiniti.
E’ proprio questa prima parte dai toni molto omogenei (ma non necessariamente ripetitivi) ed estremamente ballabili che ci introduce in una seconda più pensata e posata, dove la capacità canora di Kristen ‘Dee Dee’ Gundred – sempre condita dai cori di Jules, Bamby e Sandy – acquista forse più fiducia. Si ritrovano così veri e propri ‘lentoni’ come Coming Down, che un po’ a sorpresa propone buoni sei minuti di note malinconiche piene e ben curate, sicuramente uno dei brani migliori e meno scontati di tutto l’album. Sulla falsariga di quest’ultimo si plasmano anche le melodie del brano conclusivo, Hold your Hand, spalmato abbondantemente con atmosfere arancioni da tramonto estivo su una west coast solitaria. Nel mezzo, i guizzi nuovamente rock di Wasted Away e Teardrops on my Pillow interrompono efficacemente (specialmente il primo) l’aria strappalacrime delle ballate, riportando di nuovo per qualche minuto tutti in pista.
Nel complesso un album piacevole e ben costruito, che sa interpretare temi e ruoli molto vari – dai ritmi scatenati ai cori lunghissimi alle note malinconiche e struggenti – senza mai abbandonare un carattere vintage permeante e decisivo. Un tuffo indietro negli anni, in veste totalmente femminile – e dove le Ronettes sembrano riecheggiare da una nota all’altra – che non ci propone niente di sconvolgentemente nuovo, bensì rievocazioni, come sempre, molto ben accette.
Voto: 6,8/10
Tracklist:
- 1 · Always Looking
- 2 · Bedroom Eyes
- 3 · Just A Creep
- 4 · In My Head
- 5 · Heartbeat
- 6 · Caught In One
- 7 · Coming Down
- 8 · Wasted Away
- 9 · Teardrops on My Pillow
- 10 · Hold Your Hand