Recensioni | Pubblicato il 15 marzo 2015

Av-K
Fracture
Genere: Elettronica Sperimentale
Anno: 2015
Casa Discografica: Manyfeetunder
Servizio di: Carmine Vitale
C’è un confine labile tra emergenti ed avanguardisti e proprio quel confine spesso viene valicato senza neppure rendersene conto. Certamente nel limbo degli emergenti non c’è più spazio per il producer italiano Anacleto Vitolo che da diversi anni è impegnato nei progetti più disparati e dai tratti marcatamente sperimentali, oltre ad aver pubblicato una mole considerevole di ottime produzioni attraverso i differenti moniker dietro cui prova a celarsi. Si, perché l’artista salernitano è riuscito, in questo intenso processo di crescita, a trovare una dimensione propria e a modellarla secondo il suo estro. Solo pochi mesi fa abbiamo tessuto le lodi del corposo progetto Algebra del Bisogno e all’inizio di questo 2015 lo ritroviamo già alle prese con una nuova release per l’ambiziosa etichetta campana Manyfeetunder, terreno fertile su cui stanno approdando alcune tra le realtà più interessanti del panorama italiano e non solo.
Fracture è il secondo full-length a firma Av-K eppure non può esser considerato prosieguo né tantomeno evoluzione dell’etereo A centripetal fugue. C’è qui qualcosa di più sinistro e malcelato nei circa sessanta minuti di manipolazioni e fughe sonore e si ha come l’impressione d’aver raggiunto un po’ la summa espressiva del percorso fin qui intrapreso. C’è l’ ambient di “Fracture” che rimanda al side-project K-lone, così come in “Prx_dlt” si ha l’impressione di trovarsi sotto scacco della magmatica verbosità riscontrata in Algebra del Bisogno. Anche la componente cinematografica, legata sostanzialmente alle ri-sonorizzazioni, trova qui una naturale valvola di sfogo (“2”) : glitch, blackout sensoriali e la supremazia del rumore si condensano in un’opprimente nube farraginosa. Che fosse un album più cupo rispetto al precedente, l’aveva già preventivato lo stesso Av-k e non sorprende pertanto ritrovarsi schiacciati sotto i battiti cardiaci impazziti della sperimentazione post-rave di “Drag” né tantomeno scontrarsi con l’acciaio incandescente di “Morph”, elettronica claustrofobica e deviante. La logica noise oltranzista di Fracture raggiunge il proprio zenit espressivo in “1114”, dove in più di quindici minuti di caos assoluto Av-k si diverte a sparigliare le carte in tavola gettando l’ascoltatore in un vorticoso turbine di lame affilate e suoni taglienti.
Con Fracture, Anacleto Vitolo mostra di aver creato un proprio registro stilistico all’interno del quale riesce a creare piccole ed insanabili “fratture” da schizofrenico deus ex-machina: suggestioni e macabre inquietudini trovano una propria dimensione proprio laddove il suono comprime e schiaccia. Av-k si conferma un “oggetto” non ancora identificato proiettato in un fumoso futuro. Non è forse anche questa avanguardia?
Voto: 7,5/10
Tracklist:
- 1 · Prx_Dlt
- 2 · 2
- 3 · Fracture
- 4 · Drag
- 5 · We
- 6 · Morph
- 7 · 1114