Recensioni | Pubblicato il 24 marzo 2015

Winona
Fulmine
Genere: Indie Rock
Anno: 2015
Casa Discografica: Seahorse Recordings
Servizio di: Max Sannella
Ascoltando “Cannibali”, “Lazzaro” o la melodia sfuggente di “Asse del mondo”, si accerta l’idea di non essere all’ascolto del solito dischetto che fa solo rumore elettrico, piuttosto vicinissimi alla frontiera tra underground e “altezze main”, oltre la labile membrana che divide prime esperienze soniche e maturazioni pronte ad “ assaltare masse d’ascolto molto più grandi”. Parliamo di Fulmine, il disco dei carpigiani Winona, terzetto canaglia che in undici brani trasmettono tentacolarità e pathos rock come pochi, uno strepitoso operandi che lega sferzate sottocutanee a emissioni umbratili, personalità a genialità anomale, una copula ininterrotta di ampere e passione che ipnotizzano fino alla esagerazione.
Ovvio – e si nota pienamente – che la santità ispiratrice di certi subbugli Verdenici è presente ovunque, ma riesce a tramutarsi in una plastica subliminazione di rimpasto che rende il tutto autonomo e perfetto comprese le liriche che in chiave cerebrale divorano gli ascolti in un attimo. Dunque una matassa di scorie indie-rock piena e travolgente dentro il quale i Winona si rotolano in grandi numeri,
Indie rock dalle stupende traiettorie oscillanti, la coralità ossessiva della title-track, l’epilettica visione di “Vuoti di memoria”, l’intimità acustica che inebria di “Domani diluvia” o la finale “La chiave”, filastrocca obliqua e inaspettata che – messa a castone come un rubino grezzo – porta l’intero lotto a picchi di (ri)ascolto inauditi.
Devastante di piacere.
Voto: 8/10
Tracklist:
- 1 · Bambini ex-prodigio
- 2 · Cannibali
- 3 · Lazzaro
- 4 · Asse del mondo
- 5 · Fulmine
- 6 · Ode agli stupidi
- 7 · Vuoti di memoria
- 8 · Domani diluvia
- 9 · Peggio di quel che temevo
- 10 · Una nuova canzone
- 11 · La chiave