Recensioni | Pubblicato il 9 marzo 2013

CRTVTR
Here it Comes, Tramontane!
Genere: Rock, Alternative
Anno: 2013
Casa Discografica: To Lose La Track, QSQDR, Tenzenmen,
DreaminGorilla, Under My Bed, Mia Cameretta, HYSM?,
Human Feather, Buridda Distro
Servizio di: Nicola Orlandino
Mi piace molto ascoltare dischi e artisti che son capaci di costruire ponti con il passato senza risultare una fotocopia in bianco e nero o peggio una ridicolo imitazione. Ed è proprio questo il punto forte del nuovo disco dei CRTVTR (Cartavetro).
La Band, proveniente da Genova, è formata da Fabio Patrone (basso, cori), Cesare Pezzoni (chitarra, voce, effetti), Giovanni Stimamiglio (batteria, cori). A tre anni di distanza dall’ep di debutto We Need Time e a due da Never Use Records As AFrisbees (split album con i Common Deflection Problems), arriva il primo full-lenght Here It Comes, Tramontane! che vede la produzione di ben nove etichette: To Lose La Track, QSQDR, Tenzenmen, DreaminGorilla, Under My Bed, Mia Cameretta, HYSM?, Human Feather, Buridda Distro.
Il trio, con questo primo lavoro “lungo”, riesce a reinterpreare un’epoca senza tagliare la connessione con il presente: stiamo parlando del periodo che va a cavallo fra la fine degli anni ’70 e gli inizi degli ’80. Ma più che un mix di generi, siamo di fronte ad un incrocio di attitudini: dalle atmosfere e i richiami alle strutture post-punk a quelle punk fino ad arrivare ad interpretazioni vocali sulla scia della scena hardcore. E la modernità sta proprio nell’uso della contaminazione in prospettiva di un rock moderno con un deciso tentativo di personalizzazione.
La traccia che subito attira l’attenzione è quella che vede la collaborazione con Mike Watt (Minutemen e fIREHOSE) : “Rental” si impreziosisce del potente basso e della voce del musicista americano; il pezzo ha un ritmo abbastanza serrato e la batteria gioca un ruolo determinante per l’equilibrio e l’impatto della composizione che rallenta solo nel minuto finale. Il disco inizia invece con “Workers” nel quale si può apprezzare l’nterpretazione vocale urlata e sofferta, la crescita ritmica, l’incredibile potenza creata e gli scompensi ritmici. Una goduria per le orecchie.
“Three Kids in the Woods” ci introduce ad atmosfere più rarefatte con un suono più ovattato e ruvido; nella seconda parte del brano prendono il sopravvento le strutture post-rock che si ripresenteranno anche in “Lazarus”. La successiva “Piano Piano” rappresenta uno dei momenti più sperimentali del disco con una prima parte improntata ad un tetro minimalismo rumoristico e invece nella seconda parte c’è un’evoluzione verso un suono più familiare. La lora anima hardcore viene fuori in “Cathode Ray Tube Video Tape Recorder“, mentre “In a box” svela il loro lato più cupo con una straordinaria linea di basso e la chitarra che lentamente prenderà il sopravvento, concludendo così il percorso dell band con strazianti urla finali e un’assordante distorsione.
I CRTVTR evitano accuratamente la strada del revival, rielaborando stilisticamente le loro influenze: ciò fa trasparire una ottima capacità compositiva e la presenza di una personalità in via di costruzione ma già abbastanza corposa. Un gruppo da seguire e sul quale scommettere.
Voto: 7/10
Tracklist:
- 1 · Workers
- 2 · The Rental (feat. Mike Watt)
- 3 · Three Kids in the Woods
- 4 · Piano Piano
- 5 · Lazarus
- 6 · Cathode Ray Tube Video Tape Recorder
- 7 · In a Box