Recensioni | Pubblicato il 8 aprile 2015

Swervedriver
I wasn't born to lose you
Genere: Rock "Ibrido"
Anno: 2015
Casa Discografica: Cherry Red Records/Cobra Side
Servizio di: Max Sannella
Adam Franklin e Soci, gli Swervedrive, dopo una seriale sfiga collettiva durata lustri, tornano sulle scene, un ritorno che ha il sapore di un “rimettersi in carreggiata”, e lo fanno prendendo le distanze da certe affinità sonore che li avevano sempre fatti identificare come “succursali” di certi My Bloody Valentine, o almeno ci provano, e pare che questi lunghi anni di silenzio abbiano aiutato la formazione inglese.
I wasn’t born to lose you, infatti, vive di moto proprio, un suono totale che guarda più verso l’America dell’indie che in casa propria, dieci tracce ibride che lavorano psichedelica, sabbie desertiche, melodie elettriche, non mancano piccole falle come l’inconcludenza giovanile che scorrazza in “Deep wound” o la ballata annacquata di “For a day like Tomorrow”, ma tutto sommato rimane un lotto di brani piacevoli che nell’insieme – niente miracoli sia chiaro – può giustificare la volontà della band inglese di esserci ancora e contare qualcosa.
Con l’audacia di uno stoner a passo lento “Red queen arms race”, due gocce di acido lisergico in circolo in “Lone star” e la cavalcatina sognante di “Setting sun”, il disco merita di essere considerato tra le cose accettabili di questo inizio 2015, certo le novità al 100% sono altre, ma questa è un’altra storia, o almeno così si dice!
Voto: 6/10
Tracklist:
- 1 · Autodidact
- 2 · Last rites
- 3 · For a day like tomorrow
- 4 · Setting sun
- 5 · Everso
- 6 · English subtitles
- 7 · Red queen arms race
- 8 · Deep wound
- 9 · Lone star
- 10 · I wonder