Interviste | Pubblicato il 8 marzo 2013
Interviste: Una Chiacchierata con Stelios Romaliadis (Lüüp)
A cura di: Nicola Orlandino
Siamo onorati di presentarvi il “capostipite” di uno dei progetti più interessanti degli ultimi anni. Stiamo parlando di Stelios Romaliadis, fondatore del collettivo Lüüp.
Stelios Romaliadis è un compositore e flautista nato ad Atene nel 1981. Può vantare parecchie collaborazioni ma il suo progetto più ambizioso è quello denominato Luup che raccoglie un consistente numero di musicisti internazionali e che ha all’attivo due album e una collaborazione con Pleq. Notevole è l’ultimo lavoro Meadow Rituals che miscelava la tradiziond folk celtica e balcanica con sonorità ambient e strutture progressive. Sta per tornare con un terzo lavoro e ce ne parla in questa intervista realizzata tramite scambio di email. Buona Lettura!.
1) Sono passati due anni dall’uscita di Meadow Rituals, a mio parere uno dei migliori album del 2011. Un importante numero di musicisti ha collaborato al progetto. Qual’è la difficoltà di mettere insieme e coordinare tutti questi artisti?
LÜÜP è nato come progetto con l’intento di collaborare con musicisti di Paesi e background differenti. . E’ facile al giorno d’oggi lavorare a distanza e scambiarsi le registrazioni ma è anche importante lavorare a stretto contatto per constatare come le idee e le cose funzionano. C’è una reciproca comprensione che noi ricerchiamo, così la maggior parte delle volte non c’è nulla da spiegare; sono onorato di avere la possibilità di lavorare con tutti questi artisti.
2) La tua musica ha un forte legame con la musica tradizionale europea come quella balcanica e celtica. Cosa mi puoi dire circa questo legame?
Sono molto attratto e interessato dalla musica tradizionale folk. Con il progetto Lüüp cerco di comporre musica che ha elementi di musica tradizionale, classica contemporanea e ambient. Mi faccio domande come “come funzionerebbe la musica tradizionale in una prospettiva contemporanea?” o “come suonerebbe la musica ambient se contaminata dalla musica folk tradizionale?” e mentre mi pongo questi quesiti, mi impongo di trovare una risposta. E sicuramente c’è il contributo di persone con culture e backgorund diversi e le composizioni si forgiano in base alla personalità di ognuno.
3) Qual’è l’approccio live alle tue composizioni? Come le prepari rispetto alle versioni in studio?
Penso che la musica debba essere differente nei live. Mi piace esplorare e modificare gli arrangiamenti e persino improvvisare. E’ una buona cosa non sapere cosa accadrà e come ognuno reagirà quando si suona dal vivo. E’ sempre una grande opportunità per rimodellare il materiale in studio quando lo prepari per un live.
4) A proposito di live, in Italia c’è una situazione triste per quanto riguarda i progetti elaborati come il tuo. Cosa mi puoi dire, parlando in generale, dell’organizzazione di un tour per un progetto come il tuo?
Data la natura de progetto, sappiamo essere molto flessibili e ridotti sia per quanto riguarda il numero che per le caratteristiche. La formazione live è rappresentata da un trio (Lefteris Moumtzis [voce, chitarra acustica], Sofia Efklidou [violoncello] e io suono il flauto e mi occupo degli effetti), ma noi abbiamo varie forme e possiamo lavorare con persone diverse come abbiamo fatto con Lisa Isaksson e David Svedmyr nel recente passato. Abbiamo un buon seguito in Italia e saremmo molto felici di suonare nel vostro Paese.
5) L’anno scorso hai avuto la possibilità di collaborare con il prolifico musicista Pleq in occasione dell’uscita dell’ep The Redemption Bells. Cosa mi puoi dire su questa collaborazione?
Abbiamo collaborato con Pleq su un unico e lungo brano,e mi sono sentito molto connesso con l’intera atmosfera cupa che caratterizza il suo sound, come fossi in un posto molto familiare. E’ come se il suono delle campane ci stesse trasmettendo un messaggio che ha influenzato il mio modo di suonare e di approccio.
6) Ci sono notizie sul nuovo album? Cosa puoi dirmi a riguardo?
Ho lasciato passare un po’ di tempo per trovare la strada per il terzo album dei Lüüp perchè voglio proporre sempre qualcosa di diverso. Le idee sono attualmente più chiare e si sta concretizzando il nuovo materiale. Ho avuto anche l’onore di lavorare con nuovi collaboratori e uno di questi è di origini italiane…