Recensioni | Pubblicato il 27 agosto 2013

Weekend
Jinx
Genere: Indie-rock, Noise, Post-Punk
Anno: 2013
Casa Discografica: Slumberland
Servizio di: Nicola Orlandino
Un ritorno più che gradito quello di Shaun Durkan (voce, basso, chitarra), Kevin Johnson (chitarra) e Taylor Valentino (batteria). Ovvero i Weekend. A tre anni dal fenomenale Sports, il trio di San Francisco fa uscire il suo secondo lavoro in studio. Si intitola Jinx.
L’album di debuttò rivelò una personalità notevole del gruppo e rientrava in quel movimento che annullava il revival post-punk per rimodellarlo su note di impronta rumoristica. Una carica e potenza notevoli. Questo aspetto si riversa anche nel nuovo disco ma il gruppo lo implementa diversamente.
Mentre in Sports non c’era spazio per pause e percorsi non ombrosi, in Jinx si sovrappone un’apertura melodica e un ragionamento maggiore, meno impulsivo degli arrangiamenti. Sembrano essere costruiti appositamente per far convivere l’aspetto prevalente della loro musica, quello più ruvido e trivellante (sentite come picchia “July“) con strati meno insidiosi ma non di certo melensi. La conseguenza logica di ciò è una mega-contaminazione di genere.
Alle strutture post-punk e noise (vive e vegete in “Scream Queen“), si aggiungono retaggi di shoegaze (“It’s Alright“) e rimandi all’Indie-rock (“Oubliette“,”Sirens“). L’inizio con “Mirror” mette subito in evidenza il nuovo corso della band: apertura eterea che si sgretola lentamente. Si può notare come la ruvidità emerga nelle parti strumentali e la stessa venga ovattata nelle parti vocali. In “Adelaide” questa dualità non è separata ma convive in maniera ottimale. Il processo di razionalizzazione del rumore è invece evidente in “Celebration, FL“.
L’aspetto vocale risulta comunque decisivo, come accennato prima, e si può notare in un pezzo come “Rosaries“, fra quelli più efficaci nel rappresentare la nuova veste del loro sound. L’importanza del suo ruolo è sottolineata anche nel pezzo finale “Just Drive“, brano che esalta fortemente il contrasto con l’arrangiamento di natura abrasiva.
Il gruppo ha voluto chiaramente proseguire un percorso, cambiando le carte in gioco e aggiungendo tasselli. Sicuramente il debutto ha avuto un altro impatto, ma questo secondo album conferma la bravura della band e fa emergere una versatilità e un’attenzione a costruire le sfumature di grande portata. Un’ottima conferma.
Voto: 7/10
Tracklist:
- 1 · Mirror
- 2 · July
- 3 · Oubliette
- 4 · Celebration, FL
- 5 · Sirens
- 6 · Adelaide
- 7 · It's Alright
- 8 · Rosaries
- 9 · Scream Queen
- 10 · Just Drive