Recensioni | Pubblicato il 11 giugno 2013

[Missing Tracks]: Hot Fetish Divas / Sillyboy / The Great Saunites
Anno: 2013
Servizio di: Mario Esposito
Hot Fetish Divas – Natural inclination for pussy (Autoproduzione, 2013)
Qualche mese fa vi presentavamo Songs for a trip/Fall-Winter, ep di sei tracce con cui gli ebolitani Hot Fetish Divas anticipavano l’uscita del loro primo lavoro full-length. Natural inclination for pussy è proprio la naturale prosecuzione di quel percorso, a metà tra lo scazzato e il giocoso, che il giovane terzetto segue ormai da diverso tempo; un percorso che, pur senza rivoluzioni, a colpi di punk, rock’n’roll e garage mira a coinvolgere l’ascoltatore con ritmi forsennati e travolgenti.
Chitarre sfrontate e testi colmi di strafottenza la fanno da padrona, ma con quel piglio ironico che è tipico del rock più sporco: “Radical chic” e “Ordinary bitch” scomodano linee melodiche dure vicine al grunge, mentre brani come “I am the owner of your life”, “Spastic love” e “Psycho” mostrano una vena più vicina all’indie rock dell’ultimo decennio, fino alle reminescenze strokesiane di “Let call my name”.
Quella che non manca mai, però, è la vena energica del trio, che picchia duro per tutta la durata dell’album in un trionfo di scambi chitarra/basso/batteria magari non miracolosi, ma di sicuro capaci di far muovere il culo a chiunque. Mezz’ora buona di puro rock’n’roll, da apprezzare senza troppe congetture mentali.
Voto: 6,7/10
Sillyboy – Nature of things (JustGazing Records, 2012)
Che lo si chiami Alternative Rock o Art Pop, come lo stesso Sillyboy tende a definirlo, quello che si ascolta nell’ultimo lavoro del musicista ateniese è un cantautorato di ottima fattura, concreto e mai banale. Uscito ormai da diversi mesi (parliamo di settembre del 2012), Nature of things, secondo album dell’artista greco, si colloca tra l’orecchiabilità delle melodie pop e l’accuratezza degli arrangiamenti, tipica dell’indie-rock, raggiungendo un interessante risultato complessivo.
Pezzi come “Name your God” e “Selling plenty”, posti nelle battute iniziali del disco, presentano un elevato potenziale di coinvolgimento dell’ascoltatore, grazie a deliziose ritmiche circolari su cui si colloca una vocalità calda; la title-track “Nature of things” mantiene lo stesso tratto compositivo, ma poggiando su una struttura più soft, quasi vellutata, mentre non mancano sottili richiami alla new wave in “Coast to coast” e “Supply chain”, sempre con una buona dose di personalità, costante per tutte le dieci tracce del disco.
Chiuso dalla traccia più intimista e pacata, “Animals”, Nature of things si rivela un album di sicuro interesse, che non mancherà di farsi apprezzare anche a distanza di tempo dalla sua uscita ufficiale. Da recuperare, non si resterà delusi.
Voto: 7/10
The Great Saunites – The Ivy
I The Great Saunites arrivano dall’entroterra lombardo, Lodi per la precisione, e sono un duo strumentale composto da Leonard Kandur Layola (batteria, effetti, chitarre, tastiere) e Atros (basso, tastiere, chitarre e voci). Nello scorso mese di marzo è uscito il loro ultimo lavoro, l’ep The Ivy, composto da cinque tracce che si muovono nei meandri della psichedelia più cupa e rumorosa, in quello che può essere definito un acido e sperimentale viaggio sonoro.
Un po’ dediti al kraut-rock, un po’ all’acid-folk o al noise, che dir si voglia, il suono dei The Great Saunites è un mostro granitico che solo in qualche passaggio (“Ocean raves”, “Bottles & Ornaments”) placa il proprio spirito altrimenti assetato di insistenti spinte percussive (i loop di “Cassandra” e “Medjugorje”) e portato all’estremo nella lunghissima cavalcata della title-track, quasi venti minuti di deliri ossessivo-compulsivi che si spingono verso lidi avanguardisti.
Un album di sicuro lontano dall’easy-listening, complesso e articolato nelle sue molteplici forme, ma dall’incredibile impatto umorale: un piccolo gioiello da non lasciar passare inosservato.
Voto: 7,2/10