Recensioni | Pubblicato il 18 maggio 2015

Corey Dargel
Ok it's no ok
Genere: Songwriting
Anno: 2015
Casa Discografica: New Amsterdam
Servizio di: Max Sannella
Vive la sua arte ai bordi della luce, schivo e intimista che odia le masse chiassose; non stiamo parlando della scoperta un nuovo pipistrello di caverna, ma del cantautore americano Corey Dargel e del suo nuovo lavoro discografico, Ok it’s no Ok, un viatico sonoro amaro e strabordante di pensieri fissi circa la morte, affinità e affondi intimi sulla Grande Sorella, e tutto nel raggio di quattordici tracce che fanno ossatura e animo del suo essere artista.
Con lui lo sghiribizzo violinistico di Cornelius Duffalo e la chitarra di James Moore, intorno un leggero sinth-pop, arie marroni, open space imprevisti e le fumisterie poetiche di un Owen Pallett in fregola interiore, suoni ed emozioni contrabbandate in notti passate alla stazione e un fardello di sogni/incubi di riscatto, speranza e crescita che fa funzionare l’ascolto del lotto.
Disco non lineare al massimo ma con pochi luoghi comuni, una forma espressiva che proietta e sviluppa un romanticismo “astratto” e lo spalma tra onde anomale di battute (“There’s nothing there”, “The opposite of love”) e nebbie convulse (“The saddest excuses”, “No feelings grown-up enough”), dentro strade sperimentali (“Impression of me”) o su corde acustiche come in “Your profound self-dubt”, e che alla fine mette in chiaro il carattere di questo artista americano e di tutto il carisma understatement che lo accompagna sin dagli esordi.
Con “Surely I can rebuild you” il disco chiude e si apre un punto interrogativo.
Voto: 5/10
Tracklist:
- 1 · There's nothong there
- 2 · The opposite of love
- 3 · Do you have any reaction at all
- 4 · Until she doesn't
- 5 · The saddest excuses
- 6 · On this date every year
- 7 · No feelings grown-up enough
- 8 · Slow down
- 9 · Your discompassionated arms
- 10 · Impression of me
- 11 · Will only get well
- 12 · Your profound self-doubt
- 13 · Upside down
- 14 · Surely I can rebuild you