Recensioni | Pubblicato il 10 maggio 2012

Strie
Othul
Genere: Ambient-Classical, Dark, Sperimentale
Anno: 2012
Casa Discografica: Time Released Sound
Servizio di: Nicola Orlandino
Bellezza, arte e mistero. Sono queste le tre chiavi di lettura della musica di Strië, figura della musica contemporanea indefinita e di cui è difficile ottenere informazioni. Infatti, nella sua biografia non ci sono riferimenti della sua provenienza. Si sa solo che vive isolata in una città sconosciuta dell’Europa centrale.
Iden Reinhart, questo il suo vero nome, è un’artista bidimensionale in quanto ex attrice e violoncellista. Abbandonata l’arte per qualche anno, torna nel 2010 con il suo primo album Sleptis, uscito per la Soundscaping label. Nello stesso anno ha suonato il violino nell’album di Erik K Skodvin e nell’album di Greg Haines di quest’anno. Nel 2012 arriva il suo secondo lavoro, Õhtul, che consacra il suo enorme talento. E’ prodotto dalla giovane label Time Released Sound, che si occupa soprattutto di edizioni limitate e lavori sperimentali pubblicando lavori interessanti come quello in collaborazione fra Pleq e Spgeruleus, Fabio Orsi, Antonymes e Maps and Diagrams.
La musica di Strië è lo specchio della sua vita: ha la sensibilità e la fragilità tipica di chi vive un’esistenza ritirata; l’oscurità del senso di incertezza, l’aspetto cinematografico dettato dal suo passato da attrice e l’influenza classica per la sua attività da violoncellista. Le sonorità possono essere paragonate ad una scultura che lentamente viene costruita con sovrapposizioni che a volte partono da una base neoclassica con influenze gotiche e in altre occasione dall’elettronica, ruvida e sfuggente.
“Hällilaul” da subito un succoso assaggio di cosa andrete ad ascoltare:il senso di inquietudine che emerge attraverso una voce spettrale, un violino doloroso, tagli elettronici e un pianoforte freddo che si inserisce nella parte finale del brano. Il secondo brano “Arabesque”accentua la teatralità della sua musica: questa volta è il violino il protagonista che si presenta in declinazioni distorte, che più armoniose. Elettronica meno invadente ma essenziale. “Søvn I“ è un pezzo dalle linee più minimali: un’elettronica fredda e dal quale emerge l’attitudine neoclassica con tocchi delicati di piano e violini, e piccoli efficaci interventi vocali. Da brividi. Ma la bravura dell’artista viene fuori in uno dei pezzi migliori dell’album ovvero “Rapid Eye Movement”, un brano di un’angoscia travolgente e nel quale i synth e il pianoforte vengono fuori con il loro lato più sinistro. Questa sensazione di angoscia, si traforma in senso di estraniamento nelle successive “Søvn II “ e “Søvn III“, nelle quali si accentua il lato rumoristico dela musica di Strië. E’ sicuramente il pezzo che usa maggiormente le strutture dark-ambient, frammentando al massimo il suono. Lo stesso discorso si può fare per “Lost in Between” che risulta ancora più spigolosa e trasmette un senso di soffocamento. Le strutture neoclassiche e la tetra elettronica tornano ad intrecciarsi nello straordinario flusso emotivo di “False Awakening”.
Strië è uno di quegli artisti che infonde un aspetto multi-dimensionale alla musica, sviluppandola su più livelli, soprattutto per quanto riguarda l’impatto cinematografico e visuale. Il risultato è una scultura musicale di estrema bellezza, in continua lavorazione e che sta metaforicamente a rappresentare il mistero della vita e Iden Reinhart ha dato dimostrazione di saperlo narrare in modo ineccepibile ed efficace.
Voto: 7,5/10
Tracklist:
- 1 · Hällilaul
- 2 · Arabesque
- 3 · Søvn I
- 4 · Rapide Eye Movement
- 5 · Søvn II
- 6 · Lost in Between
- 7 · Søvn III
- 8 · False Awakening