Recensioni | Pubblicato il 24 luglio 2013

Madame Blague
Pit-A-Pat
Anno: 2013
Casa Discografica: DreaminGorilla Records
Servizio di: Nicola Orlandino
I Lettori più fedeli conosceranno bene il nome dei Madame Blague, di cui abbiamo parlato più volte (in occasione dello streaming e del video). Un’interessante band ligure formata nel 2009 e che comprende Andrea Carattino (percussionista di conservatorio), Emmanuele Venturino (bassista e cantante) e i due chitarristi/cantanti Edoardo Chiesa e Andrea Greco.
Pit-A-Pat è l’album di debutto ed è uscito per la DreaminGorilla Records. E’ un disco che sicuramente pecca di originalità, nel senso che fa un uso evidente dei riferimenti, ma come ben sapete non è l’unico elemento di cui teniamo conto. La cosa più apprezzabile del gruppo è che attraverso le dieci composizioni, cercano di imporre un proprio stile personale ridistribuendo i fili della trama ed esplorando generi contigui seppur differenti.
L’inizio con “Join Us” rivela subito la dualità del sound e i retaggi post-grunge. Ci sono momenti in cui non c’è smussamento e i ritmi sono sostenuti come “The Circus Never Stops” (tra i migliori brani dell’album) e altri invece in cui l’impatto è controllato e ben misurato (“Sweet Colors“, “Realitink“).
I tratti pop della loro musica emergono in brani come “Escaped Whisper“, caratterizzata da una ricercata e sottile progressione, e “Tell Me”, il pezzo meno interessante del disco. Al contrario, “Afraid to Forget You” è un pezzo notevole che rivela un livello di intimità che fino a questo punto del disco non era stata espressa. La stessa cosa si ripete nell’intensa e tesa “The Story of How I Lost My Face” (brano che si colora di nuove contaminazioni). E anche la successiva “Before” e anche “Under a Varazze Sun” meritano una particolare lode per la sdrammatizzazione del sound che viene fatta all’interno dell’apparato melodico.
I Madame Blague, sapientemente, hanno voluto sfruttare le diverse forze che dominano la composizione interna del disco; il risultato è un disco coeso ma non fermo e che riesce a sfruttare a dovere le diverse attitudini: dal lato più ruvido fino a quello più melodico che racchiude anche una vena cantautorale. Diverse stratificazioni del suono, supportate da una buona tecnica, che potrebbero portare a ulteriori evoluzioni o verso una determinata canalizzazione dello stesso. Ed è proprio questa la forza di questo esordio.
Voto: 6,5/10
Tracklist:
- 1 · Join Us
- 2 · The Circus Never Stops
- 3 · Escaped Whisper
- 4 · Tell Me
- 5 · A Sweet Colors
- 6 · Afraid to forget you
- 7 · Before
- 8 · The Story of How I Lost My Face
- 9 · Realitink
- 10 · Under a Varazze Sun