Focus - New Music | Pubblicato il 26 febbraio 2013
Pleasures of Unknown 9/2013: Durante – Vetronova
A cura di: Nicola Orlandino
E’ molto difficile collocare questo disco in un determinato contesto musicale. I Vetronova sembrano voler utilizzare questo esordio per mettere tutte le carte in tavola a loro disposizione. E questo rappresenta sicuramente un punto a loro favore: la varietà stilistica è un connotato di non poco conto. Ma di stile non si può parlare perchè il gruppo è ancora in un purgatorio musicale nel quale sta forgiando personalità e personalizzazione.
Il gruppo è nato del 2008 ed è formato da Raffaele Durante al basso e chitarra baritona, Matteo Bailo alla chitarra e voce e Tommaso Lorioli alla batteria. Dopo due ep, il primo lavoro esteso è rappresentato da Durante. Come già accennato, la loro musica rappresenta una convergenza e allo stesso tempo divergenza di diversi generi e spesso questo si riversa anche all’interno di un singolo brano. Si va da processi di costruzione post-rock (come la title-track “Vetronova“, con interessante discontinuità ritmica) a violente trasformazioni rumoristiche (“Coda nell’occhio”) sino a strutture hardcore che si rispecchiano spesso nello stile vocale e infine subliminali riverberi della cultura indie (“Corsa” ne è la dimostrazione).
Tra i brani più interessanti dell’album vanno segnalate “Non ancora” che riesce ad unire bene distorsioni e melodia; poi c’è “I Passi del ragno” che, vocals a parte, tiene benissimo per tutti i sei minuti con cambi ritmici ben gestiti. E infine c’è “Untitled”, il miglior brano dell’album che spicca per la cura dell’evoluzione e la tensione che emana senza rinunciare all’armonia di fondo. Il pezzo che meglio unisce le loro due anime: quella rumoristica e quella tendenzialmente più melodica.
Siamo davanti ad un esordio interessante ma c’è la necessità di fare un po’ di ordine: non nel senso classico del termine, in quanto snaturerebbe le varie nature del gruppo; ma bisogna sicuramente affinare la miscela, rendere i passaggi più morbidi o più drastici ed evitare l’effetto tetris che spesso si crea fra i vari stili (la finale “Untitled” potrebbe essere un ottimo punto di partenza). Se riusciranno a superare questo limite, sicuramente risentiremo parlare di loro.