Recensioni | Pubblicato il 28 agosto 2013

Wardruna
Runaljod - Yggdrasil
Genere: Indie Recordings
Anno: 2013
Casa Discografica: Folk, Ambient, World Music
Servizio di: Nicola Orlandino
Il Recupero delle tradizioni è un tema che ricorre spesso nel mondo della musica. Ci sono artisti che riescono a far riemergere pezzi di storia in maniera egregia e altri che vanno oltre e rendono vivido il passato. I Wardruna fanno parte di questa seconda categoria.
Gruppo norvegese formatosi nel 2003, comprende Kristian Eivind Espedal, Einar Kvitrafn Selvik e Lindy Fay Hella. In questo lavoro è presente anche il musicista e compositore islandese Hilmar Örn Hilmarsson. Il progetto nasce proprio come riscoperta del Fuþark antico, la più antica forma di alfabeto runico, utilizzata dalle tribù germaniche nei dialetti del germanico nordoccidentale durante le invasioni barbariche tra il II e l’VIII secolo, in iscrizioni su manufatti come gioielli, amuleti, attrezzi, armi e pietre runiche. Gap Var Ginnunga del 2009 è il primo tassello della trilogia Runaljod. Yggdrasil è il secondo capitolo della saga.
La cosa che sorprende e convince maggiormente, oltre alla forza evocativa della musica, è il modo in cui è stato concepito e costruito l’album. Infatti molte registrazioni sono state fatte all’aperto e in posti significativi in relazione all’alfabeto runico. E inoltre non è da sottovalutare, anzi è essenziale, l’utilizzo di strumenti come percussioni cerimoniali (sentite come si impongono nell’iniziale “Rotlaust Tre Fell” e in “ewaR“), l’arpa a bocca, il corno di capra e soprattutto la natura. Un’immersione totale che rende tridimensionale l’esperienza storica insita nell’operazione.
Musicalmente questo si concretizza in un “naturale” stato ambientale (il flusso solenne di “NaudiR“, “AnsuR“) che incrocia suoni mondiali, della world music e più specificatamente esplora le tradizioni folk con un’inclinazione generalmente oscura. Il risultato è una doppia stratificazione ben amalgamata e di forte efficacia.
Anche l’aspetto vocale è curato in questa prospettiva e la solennità del canto è una costante del disco e potrete apprezzarlo soprattutto in brano come “Fehu“, “Solringen” o “IwaR“. Lo stile di quest’ultima, il leggero strato rumoristico compresso porta alla luce anche le radici black metal di alcuni componenti della band. Un’evidenza maggiore di questo aspetto è riscontrabile in “Sowelu“.
Il trio norvegese non concretizza la tradizione solo sul piano musicale, ma riesce a dare un senso dello spazio e del tempo. Ed è questo il vero merito della band: di non aver tralasciato nessun dettaglio dalla forma al metodo di realizzione, in modo da creare un’esperienza completa e unica.
Voto: 7/10
Tracklist:
- 1 · Rotlaust Tre Fell
- 2 · Fehu
- 3 · NaudiR
- 4 · EhwaR
- 5 · AnsuR
- 6 · IwaR
- 7 · IngwaR
- 8 · Gibu
- 9 · Solringen
- 10 · Sowelu
- 11 · Helvegen