Recensioni | Pubblicato il 20 novembre 2013

Goldfrapp
Tales Of us
Genere: Dream Pop
Anno: 2013
Casa Discografica: Merge
Servizio di: Luigi Zampi
Alison Goldfrapp e il suo socio Will Gregory con Tales of Us confezionano l’album più bello della loro carriera. E, non a caso, attraverso un ritorno alle origini dream pop in stile Felt Mountain, il loro primo album. Dopo aver cercato inutilmente di creare una propria personale strada verso il synth pop perfetto, e limitandosi a creare canzoni di buona fattura senza andare oltre (non si può dire che “Oh La La”, tratto dal premiato Supernature, sia un capolavoro) i Goldfrapp virano decisamente verso un suono dolce, sognante, etereo. Il risultato è un meraviglioso incrocio tra le melodie dei Cocteau Twins e la struggente passione dei Mazzy Star (non a caso tornati adesso con un nuovo album): i suoni sono addolciti, le melodie ariose, la voce di Alison mozza il fiato e commuove. Il tutto sorretto da belle canzoni, che raccontano di aspirazioni insoddisfatte, sogni spezzati, incubi che ricorrono, tratteggiando con un linguaggio spesso immaginifico profili di perdenti a cui affezionarsi immediatamente.
La partenza di “Jo” è caratterizzata da un’apertura di archi che vengono sostituiti da due note accennate di piano, e su queste Alison sussurra “you d’better run for your life”. Un inizio celestiale che conferma le sensazioni di smarrimento suggerite dalla copertina (nero, luci soffuse, Alison che cammina). Se possibile, “Annabel” è ancora più scarna e folk. Un tappeto di chitarra fornisce le note pizzicate su cui Alison canta una nenia dai toni chiaroscuri. Sembra volerci dire qualcosa di definitivo, con il timbro di chi esita e sa che le invocazioni potrebbero non arrivare a destinazione. Le stesse sensazioni di incertezza e abbandono le procura la dolce “Alvar”, in cui gli archi e la chitarra duettano in armonia. “Thea” è l’unico brano che si avvicina (per la presenza di un ritmo cadenzato) al pop a cui Goldfrapp ci ha abituato, ma si tratta per lo più di un oscuro brano che ricorda l’eleganza dei Royksopp. “Stranger” è un folk basato sul dialogo tra la voce e la leggiadra chitarra di accompagnamento, bel brano sognante. Per chiudere poi con “Clay”, in cui la chitarra arpeggia un paesaggio colorato dalle ariosità degli archi.
Non c’è un momento di caduta, tutto si regge in una triste, oscura, sognante armonia. Tale of Us è un album per amori sognati, abbracci di amicizie ritrovate, accenni sospirati a ciò che potrebbe, forse, ancora essere.
Voto: 8/10
Tracklist:
- 1 · Jo
- 2 · Annabel
- 3 · Drew
- 4 · Ulla
- 5 · Alvar
- 6 · Thea
- 7 · Simone
- 8 · Stranger
- 9 · Laurel
- 10 · Clay