Recensioni | Pubblicato il 10 marzo 2014

Fenster
The Pink Caves
Genere: Art Pop
Anno: 2014
Casa Discografica: Morr Music
Servizio di: Antonino Marra
A due anni dall’esordio Bones, che non pochi apprezzamenti ricevette da critica e appassionati, era lecito attendere con una certa curiosità il secondo passo dei Fenster, creatura nata a seguito del sodalizio artistico tra la newyorkese JJ Weihl e il berlinese Jonathan Jarzyna. Dodici gemme pop costituivano quel disco e ne facevano esempio di originalità all’interno un sottobosco indie a volte frenato dalle velleità dei trend: la proposta dei tedeschi sembra ignorare i tempi, preferendo cullarsi in un immaginario fatto di Young Marble Giants e vecchie colonne sonore, favole e foreste oscure, intimismo e magia. La sostanza questa di tessiture minimali, materia che pare scomporsi per poi riprendere forma sull’onda delle sensazioni come nei sogni, puntellata a turno dalle voci dei due. E stavolta con uno sperimentalismo ancora più marcato, in cui entrano in gioco gli oggetti più disparati e i suoni da essi prodotti – dallo sfrigolìo di un fiammifero al ticchettìo di un orologio; “Mirrors” rende bene l’idea in tal senso.
Non che manchino gli strumenti d’ordinanza, comunque: apre “Better Days” e si entra subito nell’atmosfera cangiante del disco, lampi ritmici a dare spazio a un’andatura mesta, quasi zoppicante. I Fenster ribadiscono la loro bravura nel creare tanto con poco, lasciando che siano i dettagli a colpire nel segno come l’accenno di synth di una spaziale “In the Walls” o i cori spettrali che velano d’inquietudine le belle “True Love” e “The Light”. Senza lesinare, da parte di Jarzyna, una fugace apparizione da menestrello (“Fireflies”) in aggiunta a un’ulteriore incursione sintetica, chiari riferimenti eighties e falsetto quantomai vincente (“1982″), che in tema di episodi movimentati qui fa il paio con la carezzevole parentesi da chansonnier di “Hit & Run”. Per poi restituire il testimone alla voce femminile della Weihl, a cui è riservato il compito di calare il sipario tratteggiando la dolce nenia di “Creatures”.
Superata brillantemente la prova del fatidico secondo album, quindi, e con merito: in The Pink Caves la grazia è rimasta immutata così come l’ispirazione di un gruppo ormai avvezzo a produrre piccoli capolavori.
Voto: 7,5/10
Tracklist:
- 1 · Better Days
- 2 · Sunday Owls
- 3 · In the Walls
- 4 · Cat Emperor
- 5 · True Love
- 6 · The Light
- 7 · Mirrors
- 8 · Fireflies
- 9 · On Repeat
- 10 · Hit & Run
- 11 · 1982
- 12 · Creatures