Recensioni | Pubblicato il 3 giugno 2015

Kreng
The Summoner
Genere: Dark-Ambient, Sperimentale
Anno: 2015
Casa Discografica: Miasmah Records
Servizio di: Nicola Orlandino
A quattro anni da Grimoire, ritorna il compositore belga Pepijn Caudron aka Kreng. Il nuovo lavoro si intitola The Summoner ed è uscito a inizio febbraio per Miasmah Records. L’album è diviso in sei parti che rappresentano le varie fasi dell’accettazione della morte.
Un argomento in cui molti musicisti ci sono cimentati, rimarcando la potenza espressiva della musica. L’artista belga, per affrontare la tematica, sceglie anche una forma pura sonora con samples registrati da veri musicisti (tra cui gli Amenra). Un modo per incrementare il livello di intimità e dare una lettura personale e visiva ad un processo così complicato.
Si inizia con i silenzi da brivido di “The Denial” che prendono forma solo con la movimentazione degli archi; “Anger” intensifica l’impalpabile rumorismo degli spazio vuoti che vivono (quasi nel finale) un momento di combustione apocalittica che esplica bene il concetto della rabbia. “Bargaining” non abbandona la foschia in cui è immersa la composizione ma il suono degli archi emerge in maniera differente, con una fluidità tribolata e frammentata.
“Depression” si posiziona in linea di continuità con quest’ultima ma con una crescita d’intensità (e un corrispondente “calo immediato”) degna della miglior colonna sonora. I quindici minuti di “The Summoner” interrompono il percorso con un’oscurità accentuata con un passo sinuoso e inquietante nella prima parte e una forte dissonanza nella seconda. Chiude in modo malinconico “Acceptance” con note di pianoforte “distaccate”. Il perfetto finale per un’opera che ha espresso benissimo il dolore e la sua manifestazione. Un’introspezione notevole con cui Kreng si conferma un compositore eccezionale.
Voto: 7/10
Tracklist:
- 1 · Denial
- 2 · Anger
- 3 · Bargaining
- 4 · Depression
- 5 · The Summoning
- 6 · Acceptance