Recensioni | Pubblicato il 16 marzo 2015

Marika Hackman
We Slept At Last
Genere: Folk, Songwriting
Anno: 2015
Casa Discografica: Dirty Hit
Servizio di: Nicola Orlandino
We Slept at Last è una frase dal forte impatto, di liberazione e che rivela un passato recente (o lontano, dipende dalla prospettiva) particolarmente pesante, fisicamente e soprattutto emotivamente. L’artwork dominato da un blu notte, tanto suggestivo quanto inquietante, vede una donna accasciata frettolosamente su un letto, divorata dal giorno faticoso o da una vita insostenibile.
Immagini che raccontano una storia, come quelle che propone la cantautrice londinese Marika Hackman che arriva al debutto dopo una serie di interessanti ep. L’innamoramento è veloce, la sua voce è ipnotica e malinconica ed è una calamita (ascoltare “Skin” per credere), anzi un vortice per tutti gli amanti delle atmosfere “dark” (“Open Wide” dai richiami wave).
Ma non è l’unica caratteristica che colpisce di We Slept at Last: c’è una cura notevole degli arrangiamenti (la chitarra nella finale “Let Me In”), un uso misurato della voce, l’utilizzo di strutture folk (forma quasi classica in “Ophelia” e nella travolgente semplicità di “Claude’s Girl“) in perfetta combinazione con l’aspetto elettronico della composizione. ”Drown” è un’apertura che ci catapulta nel suo mondo con la chitarra a fare da tappeto e le incursioni elettroniche che spezzano il suono (accentuati in “Undone, Undress“), i silenzi che esaltano l’emotività vocale.
In alcuni casi prevale l’aspetto ambientale della composizione che provoca una “sospensione” e lo si può notare in pezzi come “Before I Sleep” o nella suggestiva tensione di “In Words” (fra i brani più significativi dell’album); non sono assenti movimentazioni ritmiche accentuate che non destabilizzano l’equilibrio dell’album (vedi “Animal Fear” e la seconda parte di “Next Year“).
Sono passati appena due mesi dall’inizio dell’anno ma questo debutto può essere considerato uno di quelli che ricorderemo per un po’ di tempo: la cantautrice londinese apre le porte ad una carriera proficua; partendo dall’effetto della scrittura riesce a dare senso ad ogni singola parola, a misurarle, riuscendo a massimizzare l’espressività della musica nei suoi significati senza dimenticare l’aspetto estetico che diventa essenziale ai fini del risultato finale.
Voto: 7,5/10
Tracklist:
- 1 · Drown
- 2 · Before I Sleep
- 3 · Ophelia
- 4 · Open Wide
- 5 · Skin
- 6 · Claude's Girl
- 7 · Animal Fear
- 8 · In Words
- 9 · Monday Afternoon
- 10 · Undone, Undress
- 11 · Next Year
- 12 · Let Me In