Recensioni | Pubblicato il 6 marzo 2014

Small Wonder
Wendy
Genere: Pop, Songwriting
Anno: 2014
Casa Discografica: Autoproduzione
Servizio di: Nicola Orlandino
Le strade cantautorali sono infinite. Il rischio di banalizzare è altrettanto elevato e questo aumenta quando si cerca di conciliare il tutto con strutture pop. Ma la conoscenza di entrambi i campi, una buona scrittura e la cura dell’intreccio di questi fattori può portare ad ottimi risultati.
Questo è il sunto del nuovo lavoro di Small Wonder, Il progetto del cantautore newyorkese Henry Crawford. Wendy vede il contributo vocale di Susannah Cutler e Jack Greenleaf . I testi esplorano umori diversi ma contengono, in linea di massima, un messaggio di speranza e di vita. L’esempio evidente è in queste parole: “Cause in my dreams we’re alive in my dreams we don’t ever die…” è il verso finale che chiude “Patron Saint of Pretty Faces“; la chitarra soffice scandisce le battute vocali su due diverse gradazioni ritmiche. Soave e lucente.
L’iniziale “Ball Lighting” dimostra anche le capacità vocali di Henry Crawford: timbro vocale fragile ma intenso e che riesce a reggere l’aspetto irregolare dell’arrangiamento (crescita ritmica, piccole incursioni rumoristiche). C’è anche una certa predilezione per un minimalismo strumentale che favorisce il suo canto e l’emotività che c’è dietro: pensate a pezzi come “Lost at Highway“, “Wind Let Loose” e “Until I Open My Wings”, nella quale il pianoforte e il controcanto femminile giocano un ruolo determinante.
Sette perle “pop” in un’ottica cantautorale. Small Wonder dona forza e profondità alla sua scrittura con un approccio melodico che sceglie la strada dell’eleganza, anche attraverso una velata leggerezza senza perdere la caratterizzazione raffinata ed elaborata delle composizioni.
Voto: 6,8/10
Tracklist:
- 1 · Ball Lightning
- 2 · Clearly Again
- 3 · Patron Saint of Pretty Faces
- 4 · Lost at Highway
- 5 · Suddenly Suddenly
- 6 · Until I Open My Wings
- 7 · Wind Let Loose