Recensioni | Pubblicato il 13 marzo 2015

Ben Fleury-Steiner
While The Red Fish Sleeps
Genere: Sperimentale, Ambient, Astratto
Anno: 2015
Casa Discografica: Soft Corridor Records
Servizio di: Nicola Orlandino
La prima release dell’anno della Soft Corridor Records è il nuovo album di Ben Fleury-Steiner, sound-artist statunitense e fondatore della label Gears of Sand. Si intitola While The Red Fish Sleeps e uscirà a febbraio. Mastering a cura di Fraser McGowan (aka Caught In The Wake Forever).
Nella pagina bandcamp dell’etichetta viene riportata questa citazione di Samuel Beckett: “Just under the surface I shall be, all together at first, then separate, and drift through all the earth and perhaps in the end through a cliff into the sea, something of me”. Parole che esplicano benissimo il senso del disco con riferimenti all’oceano, agli scavi della memoria, la ricerca di frammenti di se stessi. Il lavoro, come ha dichiarato lo stesso artista, è una prosecuzione naturale del precedente Clearings e probabilmente viene calcata maggiormente la mano sull’aspetto “surreale” della ricerca (“This work picks up from where my last work Clearings (Rural Colours) left off but is a much more explicit embrace of the surreal. Rather than just sounds as abstract place constructions alone, I returned more consciously to oceanic sounds recalled from sense impressions and memory fragments. At some point I found myself very interested in something I did a lot in the past–namely allowing for a kind of soundtrack to emerge”).
Le sonorità di prestano benissimo al concetto di colonna sonora immaginaria della deriva, del trasporto naturale, dell’esplorazione, della costruzione di un luogo nel quale l’ascoltatore si ritrova a fare i conti con se stesso: uno sciame di invisibili fotogrammi tra realtà e immaginazione che si concretizzano con sonorità astratte che abbandonano il concetto di ritmo e struttura a favore di flussi emotivi che seguono gli illogici movimenti della mente umana.
Il minimalismo e il controllo sonoro predominano l’album: “White Moth Arcade” è la dimostrazione con ripetizioni “silenziose” e piccole incursioni rumoristiche che invece sono più consistenti nel tessuto compatto e tagliente di “While The Red Fish Sleeps (Part I)“; il brano sale d’intensità e raggiunge quasi una tangenza con forme psichedeliche tormentate che si fanno strada anche nel suono sospeso e opprimenti (pur sempre con un gran livello di controllo) di “While The Red Fish Sleeps (Part II)“. La conclusione con “Sea of Secrets” rappresenta l’episodio con maggior livello di tensione per i primi sette minuti; l’eco di un gabbiano sembra portare una schiarita ma subito dopo si riprecipita in un sound dai piedi di piombo. Un finale che conferma tutta la consistenza e la spiritualità del progetto, oltre che la bellezza estetica dell’impianto compositivo. L’eccellenza è servita.
Voto: 7,5/10
Tracklist:
- 1 · While The Red Fish Sleeps (Part I)
- 2 · While The Red Fish Sleeps (Part II)
- 3 · White Moth Arcade
- 4 · Sea Of Secrets